Il Contesto - Leonardo Sciascia
Autore: Leonardo Sciascia
Casa Editrice: Einaudi
Genere: Narrativa Classica
Data di pubblicazione: 1 gennaio 1971
Pagine: 117
Prezzo: € 9,50
Casa Editrice: Einaudi
Genere: Narrativa Classica
Data di pubblicazione: 1 gennaio 1971
Pagine: 117
Prezzo: € 9,50
Trama📚:
Intorno a un caso di cronaca si dipana la storia di un uomo che va ammazzando giudici e di un poliziotto che diventa il suo alter ego, in un paese del tutto immaginario e che tuttavia ricorda molto da vicino l'Italia, la Sicilia. Qui non vi sono più idee, i principi vengono calpestati, le ideologie si risolvono in mere denominazioni del gioco delle parti in politica, e su tutto domina un potere che "sempre più digrada nella impenetrabile forma di una concatenazione che approssimativamente possiamo dire mafiosa". Quello che doveva essere un "divertimento", una parodia, diviene un racconto molto serio via via che si delinea la successione di assassinii e funerali che scandisce la vita pubblica.
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Recensione📚:
L'evento che dà il via alla vicenda è l'assassinio del procuratore Varga, il primo di una serie di omicidi di magistrati e giudici. Per risolvere gli omicidi verrà chiamato l'ispettore Rogas un poliziotto molto abile. Le indagini di Rogas lo porteranno sulle tracce di uomini condannati ingiustamente e di giudici assassinati, fino a indicargli come possibile colpevole Cres, un comune farmacista. Un uomo innocente trasformato in carnefice dall'ingranaggio imperfetto della giustizia. Molto presto, nelle indagini si inseriranno forze molto più potenti di un semplice ispettore di polizia, rivelando una strana situazione in cui si dirama un complotto per mantenere il potere, orchestrato da persone molto influenti. Rogas comincerà a interrogarsi su chi siano i buoni e chi i cattivi e, in base alla propria visione del mondo, si muoverà in un contesto che si farà di momento in momento più pericoloso.
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“In pratica, si trattava di difendere lo Stato contro coloro che lo rappresentavano, lo detenevano. Lo Stato detenuto. E bisognava liberarlo. Ma era in detenzione anche lui: non poteva che tentare di aprire una crepa nel muro.”
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Sono sempre restia nel cominciare letture di autori italiani. Ultimamente, però, sto scoprendo autori che meritano apprezzamento, tra cui Leonardo Sciascia. "Il contesto" è un libro particolare, che vuole mandare il lettore in confusione, cosa esplicitamente voluta dall'autore per rendere l'idea del "contesto" piuttosto confusionario in cui l'Italia si trovava, nel momento in cui questo libro è stato scritto. L'autore ci riesce egregiamente, tenendo il lettore appeso tra supposizioni, false certezze e verità inconfessabili. Al centro di questo romanzo breve lo scrittore siciliano mette il potere, onnipresente ed inafferrabile, in grado di schiacciare qualunque resistenza e di fabbricare una “verità assoluta”. Lo stile di Sciascia è indubbiamente unico e si potrebbe distinguere tra mille. Anche se in certi tratti può risultare ostico per i periodi molto lunghi e spesso contorti, ho apprezzato lo stile davvero molto. I personaggi disegnati da Sciascia hanno un carattere forte, una propria visione del mondo e delle cose. Il Paese senza nome lascia scorgere la Sicilia e, soprattutto, l’Italia degli anni Settanta e lascia trapelare una sensazione di amarezza e ineluttabilità profonda, accentuata da un finale in cui molte restano le domande senza risposta.
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"E da questi quattro casi, che non lo interessavano direttamente, che non si situavano sulla linea della sua investigazione in quanto non coinvolgevano la malafede dei giudici ma, se mai, quella della polizia o dei testimoni, trasse la convinzione di quanto non fosse difficile, in fondo, distinguere anche sulle morte carte, nelle morte parole, la verità dalla menzogna; e che un qualsiasi fatto, una volta fermato nella parola scritta, ripetesse il problema che i professori ritengono s'appartenga soltanto all'arte, alla poesia."
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La conclusione è davvero inquietante: il potere, come entità astratta, è più forte dei suoi stessi detentori, che hanno invece corpi e identità concrete. Tant'è vero che gli uomini del potere che si allontanano dal suo “corso” vengono inesorabilmente schiacciati da esso. "Il Contesto" è un libro che si legge con grande piacere, grazie alla lingua scorrevole e mai banale. Nonostante il finale aperto e malgrado il romanzo lasci un indistinto malessere al suo termine, alimentato anche dalla voglia di scoprire cosa accadrà successivamente, si tratta assolutamente di un libro da leggere e interpretare. Ve lo consiglio caldamente.
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“In pratica, si trattava di difendere lo Stato contro coloro che lo rappresentavano, lo detenevano. Lo Stato detenuto. E bisognava liberarlo. Ma era in detenzione anche lui: non poteva che tentare di aprire una crepa nel muro.”
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Sono sempre restia nel cominciare letture di autori italiani. Ultimamente, però, sto scoprendo autori che meritano apprezzamento, tra cui Leonardo Sciascia. "Il contesto" è un libro particolare, che vuole mandare il lettore in confusione, cosa esplicitamente voluta dall'autore per rendere l'idea del "contesto" piuttosto confusionario in cui l'Italia si trovava, nel momento in cui questo libro è stato scritto. L'autore ci riesce egregiamente, tenendo il lettore appeso tra supposizioni, false certezze e verità inconfessabili. Al centro di questo romanzo breve lo scrittore siciliano mette il potere, onnipresente ed inafferrabile, in grado di schiacciare qualunque resistenza e di fabbricare una “verità assoluta”. Lo stile di Sciascia è indubbiamente unico e si potrebbe distinguere tra mille. Anche se in certi tratti può risultare ostico per i periodi molto lunghi e spesso contorti, ho apprezzato lo stile davvero molto. I personaggi disegnati da Sciascia hanno un carattere forte, una propria visione del mondo e delle cose. Il Paese senza nome lascia scorgere la Sicilia e, soprattutto, l’Italia degli anni Settanta e lascia trapelare una sensazione di amarezza e ineluttabilità profonda, accentuata da un finale in cui molte restano le domande senza risposta.
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"E da questi quattro casi, che non lo interessavano direttamente, che non si situavano sulla linea della sua investigazione in quanto non coinvolgevano la malafede dei giudici ma, se mai, quella della polizia o dei testimoni, trasse la convinzione di quanto non fosse difficile, in fondo, distinguere anche sulle morte carte, nelle morte parole, la verità dalla menzogna; e che un qualsiasi fatto, una volta fermato nella parola scritta, ripetesse il problema che i professori ritengono s'appartenga soltanto all'arte, alla poesia."
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La conclusione è davvero inquietante: il potere, come entità astratta, è più forte dei suoi stessi detentori, che hanno invece corpi e identità concrete. Tant'è vero che gli uomini del potere che si allontanano dal suo “corso” vengono inesorabilmente schiacciati da esso. "Il Contesto" è un libro che si legge con grande piacere, grazie alla lingua scorrevole e mai banale. Nonostante il finale aperto e malgrado il romanzo lasci un indistinto malessere al suo termine, alimentato anche dalla voglia di scoprire cosa accadrà successivamente, si tratta assolutamente di un libro da leggere e interpretare. Ve lo consiglio caldamente.
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Voto: ⭐⭐⭐⭐/5
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